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"Ah, questa poi! Sento di star per vivere"

Filosofeggiamenti - 13/06/19 - Autore: AlsoSprach
Il marciapiede. L'attesa. Il passo che diviene frenetico. La vetrina scintillante. Le promesse. Ma di cosa? Chi promette che cosa? A chi, poi? A me?
Ogni volta che m'accingo a varcare la soglia d'un centro, sempre la medesima adrenalina. Una sensazione. Quella sensazione, lo stomaco che pare attorcigliarsi su sé stesso, elevarsi e poi inabissarsi in fumose, ineffabili spirali di voluttà... 
Come mi sento? Come Pinocchio nel Paese dei Balocchi. Come Gargantua e Pantagruel seduti davanti al loro favoloso desco apparecchiato. Come Raskol'nikov, acquattato dietro la porta del suo stambugio, con l'ascia in una mano. No, no. Piuttosto, come Bezukov sul campo di Borodino! Sì, ecco, qualcosa del genere? L'ingenuo davanti al grande teatro, guerra, morte, sangue, vita, gioia e disperazione. Il Grande Teatro della vita... Forse no, non ancora.
Ecco... Un'immagine nitida viene in soccorso. 
Come Ismael. Ecco come mi sento. Come Ismael e la sua sacca da marinaio, al porto di Nantucket, davanti alla nera mole becchieggiante del Pequod. Sì, "call me Ismael". Ormai, l'abbiamo capito. La vita è un viaggio. La vita è viaggio.  
E il prossimo viaggio è quello verso quella rilucente vetrina. 
Ma se il viaggiatore son sempre io, non l'artista, quello no, al massimo il suo fumista, se il viaggiatore son sempre io, cosa cerco io in questi viaggi? E sarò poi davvero io? This is the question! Certo! Accidenti! Come non aver compreso? Certo che sono io! Sono proprio io! Anzi, solo in questi momenti sono davvero io.
Solo in questi momenti sento "di star per vivere". Sarà questo il senso del viaggiare? Non ne son certo, ma ne ho forti sospetti.
E allora, se è vero che "un affetto non si prova, s'indossa direttamente", che cosa provo io, ogni volta? Che cosa mi fa ritornare sempre a quel punto? Cos'è questo mio eterno ritorno dell'eguale? Che senso ha? Che sesso ha?
Stavolta l'Oscuro non m'aiuta. Che sbadato! Non è stato proprio lui ad affermare che l'oracolo di quel signore che ha sede a Delfi non afferma né nega, semplicemente accenna? Ed eccola allora, la metafora della vita, della vita-viaggio, in tutta la sua disarmante evidenza. Ismael ha trovato il suo approdo.
Sarei lieto se qualcuno condividesse anche una minima parte di questo mio pensiero, sentendo anche lui, in quei momenti, di "star per vivere".
Sarei lieto anche se qualcuno lo biasimasse.
Ma sarei lieto soprattutto se susscitasse qualche riflessione.
Chi siamo, quando siamo lì? Cosa cerchiamo, quando varchiamo quelle soglie? Siamo davvero noi, o solo il nostro simulacro?
Quali le nostre aspettative? Vengono forse disattese? E, soprattutto, le viviamo sino in fondo? Assaporiamo davvero sino all'ultima stilla?
"Pòlemos di tutte le cose è Re". Io lo so bene, visto che si combatte quotidiamente dentro di me. Un po' Jeckyll, molto Hyde.
Antìo!

 

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Autore: evamassagi
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