Pagina utente di amala

18/10/25 08:36 - Dopo le prime esperienze in questo mondo, tutte sorprendentemente positive (e sinceramente inaspettate), decido che è il momento di rompere gli indugi e allargare un po’ il raggio d’azione. Chiedo consiglio al mio guru di riferimento, che senza pensarci troppo mi dice: Platino top. Ok, ricevuto. Le aspettative erano alte, e per fortuna non sono stato deluso. Anzi. I locali sono belli davvero: curati, luci giuste, atmosfera da “ci pensiamo noi”. Personale gentile, stanze calde, accoglienti, e — ciliegina — la vasca idromassaggio. Sembra quasi di essere in una spa. Anzi, in una spa dove succedono cose più interessanti.
Dopo un rapido tour, la mamasan mi affida a Lucy: una pocket edition tutta sorrisi, vitalità e carica. Chiedo (con la faccia di quello che finge di essere esperto) se si può usare la vasca. Mi dicono di sì. Perfetto. Già che ci sono, esagero. La sessione parte così: tra spruzzi, risate e scivoloni strategici. Una specie di jeux sans frontieres, versione italo-cinese, con meno regole e più fantasia. Poi si passa sul futon, dove massaggio e intrigo si mescolano senza soluzione di continuità. Lucy ha l’energia di una Duracell nuova di pacca, io invece sono più da “risparmio energetico”. Raggiungo il mio punto di scarico con discreto anticipo, e mi abbandono volentieri alle sue coccole finali.
Mi sento rigenerato, rilassato, sereno, come un bambino tra le braccia della mamma.  Ma che bello questo mondo e che bello questo centro!

21/09/25 10:44 - Non so bene perché ci sia tornato, davvero. Non era previsto, ero solo in zona. Giuro. Passo davanti al centro con l’insegna azzurra che continua a sembrarmi un gelato al puffo squagliato. Faccio finta di controllare il telefono, ma in realtà sto prendendo tempo. Il mio corpo si ferma, il mio cervello dice “scappa prima che sia troppo tardi” ma le gambe si muovono da sole. Dentro, tutto come prima. Stessa porta, stesso corridoio e stessa stanza. E lei Jia Jia che mi guarda come si guarda uno che sa. In camera, il deja-vu è fortissimo. Stessa luce soffusa, stessa musica pseudo-relax. Comincia il massaggio ma io non sento nulla. Non sono rilassato. Sono in stato di allerta rosso, mentre lei lavora silenziosa. Poi a un certo punto  succede, di nuovo. Non come la prima volta, peggio! Un’esplosione sì, ma più controllata, come se stavolta lei dirigesse l’orchestra. Primo getto: penso “ok, ci risiamo”. Secondo: “tieni duro, respira, pensa a tua zia che legge Camilleri”. Terzo: mi parte un colpo di tosse che sfocia in un mezzo pianto. Quarto: blackout totale, vedo tutto pixellato. Credo di aver gridato il nome di un Pokémon a caso. Finito tutto, mi rivesto con la lentezza di un reduce. Lei mi accompagna alla porta con la stessa espressione di chi ha appena fatto il proprio dovere. Io esco con la camminata storta di chi ha ballato un tango con l’universo. Appena fuori, salgo in macchina, respiro. Una volta può essere un caso, due è un vizio, alla terza… mi battezzano!

21/07/25 17:33 - Non sono uno da massaggi, ma questo centro ha aperto da poco proprio vicino a un punto di passaggio, con un’insegna che sembra un gelato al puffo. Qualche giorno fa' entro, complice la mia dolce metà in vacanza. Così, per curiosità o per il gusto di provare qualcosa che avevo solo immaginato leggendo i racconti su questo sito. Mi accoglie questa tale Jia Jia che si vede in foto: non giovanissima, ma formosa, sicura, sguardo sornione. Mi porta in stanza, poche parole. Si comincia. Il punto è che a un certo momento succede questa cosa che, ancora adesso, non so bene come raccontare. Un’esplosione. Un getto. Un’ondata. Una roba da film, ma senza effetti speciali. Penso: sarà finita. Macché. Al secondo getto ho gli occhi sbarrati, il respiro corto, mi sento in mezzo a un’alluvione. Lei impassibile. Al terzo vedo la Madonna, un paio di nonni defunti e la mia maestra delle elementari che mi dice di respirare. Sono uscito che non sapevo se ridere, piangere dalla commozione o cambiare identità. Non so se ne scriverò altri commenti. Non so nemmeno se avrò il coraggio di tornare. Ma dovevo raccontarlo a qualcuno. Perché se lo dicessi a un amico, mi prenderebbe per un terrapiattista e sinceramente a parti invertite farei la stessa cosa.