Pagina utente di Tomford

Torno al Ripamonti come si torna in un posto in cui ci si trova bene. Ho bisogno si spegnere un po' il cervello ma oggi mi dicono che c’è una nuova. Si chiama Sara. La vedo, e in quel momento mi torna la voglia di stare acceso. È giovane, fatta bene, cino-russa, con uno sguardo dolce e malizioso. Bel viso pulito e due curve ben disegnate che si fanno notare. Non mi sfida, non mi provoca, ma capisco subito che c’è da divertirsi. Mi accompagna giù in stanza. Parla poco, ma ci sta dentro. Sistema le cose con calma, poi inizia a lavorarmi addosso. Tocca dove serve, mi scruta, calibra la pressione, poi ogni tanto allunga un gesto, ci gioca, rientra. Lo fa un paio di volte, come per dirmi: “ci siamo quasi”. E infatti, ci siamo. Non mi avvisa, non prepara. Semplicemente cambia marcia. E da lì si apre un altro mondo. Il contatto si fa più stretto, la pelle più calda, il sorriso più complice. Si sistema bene, si lascia guardare, mi prende per mano senza toccarla. E quando parte, non ha incertezze: lavora con la bocca come se fosse nata per questo. E' dolce, ma si diverte troppo per fare solo la brava. Cambia ritmo come cambia espressione: ora seria, ora furba, ora quasi affettuosa. Mi guarda, mi stuzzica, rallenta, riprende, gioca con la lingua e con le mani come se avesse tempo da vendere e voglia da spendere. Ride sottovoce quando reagisco, poi si concentra di nuovo e affonda. Il corpo si tende, il respiro si rompe, ma lei resta lì, presente, partecipe, come se le piacesse davvero tutto quello che sta succedendo. Mi tiene lì, sospeso, sapendo già esattamente quanto posso resistere. E quando arrivo, lei resta lì fino al mio ultimo sospiro. Mi lascia giusto il tempo di tornare in me, poi mi sistema con delicatezza, come se chiudesse un piccolo cerchio. Poi si alza, mi guarda e sorride, con la faccia di una che sa di aver fatto centro. Ci salutiamo con un bacio lento, profondo, di quelli che non chiedono permesso. E il suo sapore mi resta lì, proprio sotto la lingua. E non va più via.

Prima giro al Ripamonti Spa. In mezzo al via vai cittadino, l’accesso protetto ti mette subito in un’altra dimensione, come se varcassi il cancello di un parco giochi nascosto. All’interno, luci calde, arredi curati senza ostentazione e un silenzio che isola dal resto del mondo. Alla reception ritrovo Arancia, non la vedevo da un po’: stesso sorriso aperto, stessa gentilezza naturale, e quell’attenzione che ti mette subito a tuo agio. Due parole e mi affida ad Alessia. Lei arriva con passo leggero, ma sicuro. Dal vivo guadagna punti: lineamenti più morbidi di quanto pensassi, fisico proporzionato e un décolleté generoso che non ha bisogno di presentazioni. Lo sguardo è dolce, ma dietro c’è la sicurezza di chi sa fare il proprio mestiere. E infatti lo dimostra subito: parte con movimenti che ti prendono bene, alterna forza e morbidezza senza mai farti uscire dal momento, e ogni passaggio sembra fatto apposta per tenerti agganciato. Poi senza preavviso: si avvicina, ti trascina nel suo gioco, e in un attimo è come essere salito sull’attrazione più attesa, quella per cui vale la pena fare la fila. Alessia ha quella marcia in più: sa passare dal massaggio serio a quello che ti fa perdere la testa senza saltare un passaggio, come un giro che parte tranquillo e poi accelera fino a lasciarti senza fiato. Finito tutto, ho la faccia di uno che si è fatto un giro sulle attrazioni migliori e ha ancora il braccialetto al polso. Arancia mi congeda con due baci e un lampo negli occhi: come dire, “ci rivediamo presto”. E la prossima volta, magari, doppio giro di giostra!