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.... Cinquantacinque Giorni

Attualità - 08/06/20 - Autore: dsere
Cinquantacinque giorni precisi. Tanto è durato il lockdown in tutta Italia ma dalla mezzanotte del 3 maggio è scattato il tanto atteso allentamento delle misure restrittive. Sono state settimane orrende e belle, con giorni pieni di tristezza ma anche piccoli e grandi momenti di gioia.

il 4 maggio ha segnato  comunque la fine di qualcosa, se non altro di una prima lunga emergenza. Siamo stati prigionieri in casa, in balìa dei nostri pensieri che ci hanno spinto lì dove non avevamo osato immergerci. In bilico su un baratro aperto che abbiamo cercato di chiudere, non da soli ma insieme, con un abbraccio collettivo che in tempi recenti nessuno aveva mai conosciuto e che ci ha salvato dal buio di quei giorni sospesi.

L’isolamento lo abbiamo vissuto con ogni parte del corpo, fino al cuore, dove abbiamo messo al sicuro gli affetti, gli amori passati e quelli futuri, preservato gli amici, vecchi e recenti, ma anche i nostri ricordi, le aspettative, i propositi. Abbiamo perso la linea del tempo, il passato si è fatto presente e il presente futuro. Abbiamo riso o pianto in piena notte, abbiamo sperato con tutte le forze, abbiamo sfidato l'abisso di non sapere cosa sarebbe successo il giorno seguente e quello dopo ancora.
Ora dobbiamo tornare in superficie e respirare, protetti dalle mascherine, sì, ma respirare. Trovare un posto dentro dove custodire questi giorni in casa, conservarli da qualche parte con gelosia perché possano aiutarci ad affrontare un futuro pieno di incertezze. “Da qui in poi, speranza,” recita una bellissima poesia del sud coreano Ko Un. 
Il 4 maggio è stato  il primo giorno di una nuova epoca di cui non conosciamo quasi nulla. Non sappiamo se alla fine ne usciremo trasformati, in meglio o in peggio, lo scopriremo solo passo dopo passo. O forse solo tra anni.

Quello che sappiamo però è che la distesa azzurra del cielo è di una bellezza da far male e che nel nostro Dna, oltre all’amore per gli altri esseri umani, probabilmente c’è scritto anche questo. Il cielo, la terra, gli alberi, il sole. Sono il nostro posto nel mondo. Le case, per chi ha la fortuna di averne una, ci hanno salvato la vita, è vero. Ma l’esistenza è proprio lì fuori, nei raggi di sole e nelle gocce di pioggia. “La strada non c’è - conclude la poesia di Kun - perciò la costruisco mentre procedo. Ecco la strada. Ecco la strada, e porta con sé, impeccabili, innumerevoli domani”....
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