ARTICOLI

Ascoltato, come mai prima

Tecnica e massaggi - 28/07/25 - Autore: Tantra lab

Come tutte le onde del mare sono diverse, così sono anche le persone.
Ognuna porta con sé una marea invisibile, fatta di desideri sommersi, stanchezze antiche, attese mai confessate.
Quando entri nella stanza, ti sento prima ancora di guardarti.  
È una vibrazione sottile, un cambiamento impercettibile nella temperatura dell’aria.
Non hai bisogno di parlare. Io nemmeno.
Inizio a respirare più lentamente. Lento è il ritmo della pelle quando si prepara a ricevere.
Ti invito a sdraiarti, ma non ti tocco subito. Lo spazio tra la mia mano e la tua pelle è già pieno di intenzione. Mi muovo con la stessa attenzione con cui si sfiora la superficie di un lago al tramonto: nessuna fretta, nessun obiettivo. Solo presenza.
Appoggio le mani sui tuoi piedi, esercito una leggera pressione, poi salgo lentamente lungo i polpacci, le cosce, i glutei, fino alla schiena. Con movimenti basculanti, sento dissolversi la differenza tra il mio corpo e il tuo. Adesso siamo una cosa sola. Respiriamo. Ci rispecchiamo.
Ascolto e mi sciolgo nel tuo essere.
Non spingo, non invado.
Comincio dal tuo polpaccio, con un movimento deciso ma carezzevole.
La tensione cede. Salgo lungo la parte esterna della coscia, poi all’interno, dove la tua pelle si fa più viva, più sensibile.
Questo non è un massaggio.È un rituale.
Un’adorazione silenziosa di ogni parte del tuo corpo.
Sento il tuo abbandono arrivare a ondate.
Le tensioni si sciolgono come neve toccata dal sole.
Ma la mia gioia non è nel potere di rilassarti.
La mia gioia è nel silenzio che si crea tra di noi — quello spazio sacro in cui le anime si sfiorano.
Passo sui tuoi glutei, poi avvolgo il fianco destro. Le dita incontrano il tuo addome, mentre il mio seno sfiora appena il calore del tuo corpo. Aspetto. Ascolto.
È il tuo corpo a guidarmi.
Io non prendo. Io accolgo.
Proseguo, dolcemente ma con intenzione.
Mi piace stendere l’olio sulla tua schiena, sentire la pelle che si arrende al calore.
La mia mano scivola dai lombi lungo la colonna, risale fino alle spalle, poi ritorna sui fianchi.
Sfiora l’interno della tua coscia, esplora, e con il polpastrello assapora appena il confine dell’inguine.
Un lieve graffio con l’unghia.
Sento il tuo brivido risalirmi dentro.
È un linguaggio muto, ma chiarissimo.
Il mio respiro rallenta ancora.
È come se il tempo stesso si fosse inginocchiato con noi.
Le mani scorrono sulla tua pelle con lentezza: interno coscia, fianco, collo.
Ogni tocco è una domanda.
Ogni tuo sospiro, una risposta.
E in questa intimità così nuda, eppure così vestita di rispetto, sento un piacere profondo.
Non sessuale. Qualcosa di più raro: una forma di amore senza possesso.
Un’onda che ci avvolge entrambi, senza sommergerci.
Quando termino, resto accanto a te ancora un istante.
Il silenzio tra noi è pieno di gratitudine.
Non c’è nulla da spiegare.
Ti guardo con dolcezza, accarezzo il tuo volto, e ti sussurro qualcosa che non ha bisogno di suono.
Sei andato via da tempo, ma sento ancora il tuo profumo sulla mia pelle.
E so che, anche se non si è trattato di sesso, entrambi abbiamo ricevuto molto di più di quanto si possa dire.
Come tutte le onde del mare sono diverse, così sono anche i corpi.
E il tuo corpo, in quel momento, è diventato un tempio.
Un luogo sacro dove ciò che è umano e ciò che è divino si sono abbracciati… senza timore.

ALTRI ARTICOLI CHE TI POTREBBERO INTERESSARE

Non perdere l'occasione per visitare tutti i nostri siti: Massaggi Erotici a Monza e Brianza, Massaggi Erotici a Roma, Massaggi Erotici a Torino, Massaggi a Milano