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Mi costi? Ma quanto mi costi?

Attualità - 11/04/15 - Autore: conte_barambani
In questi giorni mi è capitato di disquisire con alcuni “colleghi” su un tema vecchio come il cucco e che periodicamente si ripropone: il benedetto prezzo dei massaggi.
C'é chi giudica il prezzo medio davvero eccessivo, chi addirittura immorale in questi tempi di crisi e in molti auspicano una riduzione delle tariffe. Ma è giusto pensare a prezzi al ribasso?
Visto che su MaM se ne è parlato a più riprese sono andato a rileggermi i post del vecchio forum e mi sono meravigliato di quanto certe discussioni siano sempre attuali e che in fondo non sia cambiato molto.
Ho estrapolato alcuni interventi che mi sembrano offrire spunti interessanti.

"Perché scandalizzarsi dei prezzi quando siamo noi a farli? Con noi intendo la massa dei clienti massaggiati, quell'insieme di persone che scegliendo se accettare o meno una richiesta di una massaggiatrice ne determina la consapevolezza o i dubbi tariffari. E' il normale rapporto tra domanda e offerta".

"Inoltre ha poco senso parlare di prezzi alti/bassi in termini assoluti. Ciò che a noi appare eccessivo può invece essere irrisorio per altri, specie quando si consuma un servizio voluttuario come il massaggio. Ha più senso un ragionamento (relativo) in relazione alla qualità del servizio che si ottiene e per un trattamento scadente nessun prezzo è mai troppo basso. Per un servizio ottimo il prezzo lo fanno le tasche dei clienti".


 
Eh si, inutile girarci attorno, ma è così; una nota massaggiatrice mi raccontava di clienti che arrivano con rotoli di banconote in tasca e che lasciano mance non richieste esagerate. Come si potrà mai comportare una ragazzina di 20 anni che ha appena ricevuto un “giallino” extra quando qualcun altro non potrà essere altrettanto generoso?

"Se una massaggiatrice (a meno che non sia una completa sciroccata... ehm) applica una tariffa e la mantiene (o addirittura la alza) significa che ci sono clienti disposti a pagarla. Altrimenti non batterebbe chiodo e sarebbe costretta ad abbassare la richiesta".

 
"Oggigiorno c'é talmente tanta offerta (e concorrenza) che è difficile sperare nel "c'é posto per tutti". Al tempo stesso l'informazione è veloce, accessibile, diffusa e non si può più pretendere di intortare i clienti per scarsa conoscenza.
Possibile che i clienti vadano, prendano un bel missile tra le chiappe insaponate e poi ritornino? Mi riesce difficile crederlo".

Quindi se tizia fa pagare un tot vuol dire che c'é qualcuno che lo ritiene equo. Non ci piace? Ci sembra troppo caro per il servizio offerto? Benissimo, non ci andiamo. Segnaliamo lo squilibrio. Ma non ci possiamo certo indignare.
Potremmo aprire una parentesi sull'eventuale immoralità di certe tariffe, ma sarebbe un altro tipo di discorso (facilmente applicabile a quasi tutti i generi di consumo, dalle automobili di lusso alla cucina di chef stellati, passando per l'eccellenza sartoriale fino ad arrivare alle consulenze follemente strapagate e così via...).

Un applauso quindi a quei centri che lavorano bene, che mantengono ciò che promettono e che hanno un approccio professionale meritando quindi il nostro gradimento e il nostro denaro.
Un sonoro pernacchione invece a quelli che non hanno capito che è finita l'era delle prese per il culo. 

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Autore: deltaplano
Piace a - Commenti: 19
Non è un pensiero mio e quindi in calce ho citato la fonte, ma vale la pena leggerlo e fare qualche riflessione  &q
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